di Agnese Aquilani –
Dopo l’edizione dello scorso anno annullata per la pandemia, dal 6 al 17 luglio la kermesse francese torna per la 74esima volta al centro del cinema mondiale. Tra i protagonisti di quest’anno l’esplosivo Spike Lee:
‘’Questo mondo è guidato da gangster: Agente Orange (riferendosi a Donald Trump), il tizio in Brasile (rifacendosi a Bolsonaro) e Putin sono gangster. Fanno quello che vogliono, non hanno morale né scrupoli. Questo è il mondo in cui viviamo e dobbiamo protestare contro questi gangster. L’ho scritto nel 1988 e quando vedete nostro fratello Eric Garner o l’uccisione, il linciaggio di George Floyd capite che siamo ancora lì. E spereresti che 30 anni più tardi i neri non venissero trattati come animali.’’
Parla così in conferenza stampa in occasione del 74esimo Festival di Cannes, il regista e sceneggiatore di ‘’Fa’ la cosa giusta’’ (1989), lungometraggio che racconta la storia di alcune tensioni razziali in un quartiere di Brooklyn. Lee indossa un berretto nero con la scritta ‘’1619’’, non un numero casuale, ma sigla l’anno in cui negli Stati Uniti D’America arrivavo i primi schiavi neri. E’ importante notare inoltre come Spike Lee sia primo cineasta afroamericano a presiedere il Festival francese.
Un attacco duro
Un attacco duro alla politica contemporanea e un urlo di libertà per tutti i diritti che quotidianamente vengono violati, calpestati e derisi dall’oligarchia di chi vuole controllare le vite di intere popolazioni, impolverando secoli di lotte, rivoluzioni e leggi schiacciate dall’ignoranza e dal razzismo contemporaneo.
Discorso essenziale in questo periodo sociale e culturale che ha visto sempre più aggressioni alle persone nere da parte dei poliziotti dal quale è nato il movimento ‘’Black Lives Matter’’ diffusosi poi in tutto il mondo attraverso proteste in strada, simboli come il pugno e il mettersi in ginocchio, gli 8 minuti e 46 secondi incisi nell’umanità della lotta per l’uguaglianza.
Il discorso toccante di Spike Lee è stato supportato da un suo collega, Kleber Mendonca Fillho, il quale ha aspramente criticato il connazionale presidente brasiliano Jair Bolsonaro.
E’ una voce alta quella che si alza durante il Festival in cui viene anche toccato un altro tema, il Movimento Internazionale MeToo, movimento femminista contro le molestie sessuali subite sul posto di lavoro.
E’ Maggie Gyllenhaal, una delle cinque donne giuriste, insieme a Mélanie Laurent a farsi da baluardo affermando che:
Il festival di Cannes quest’anno è più attento all’ecologia. Credo che ci sia un forte legame tra questi due pilastri del festival: le donne e la natura, tra chi non si conosce, chi si giudica, ciò che si distrugge, quelli a cui si impedisce di parlare o di respirare. Tutto ciò che non si capisce fa paura e quindi viene oppresso e questo vale per la natura e per le donne.
Dunque, l’attivismo è possibile ed è necessario che venga professato in ogni ambito della cultura e oggi, il Festival Di Cannes ha lasciato un altro messaggio verso il progresso umano che leggeremo nei giornali di oggi e nei libri di domani.