Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un articolo che riguardava Lightdrop, il social delle Relazioni e del Territorio. Un social network di nuova generazione, ma di approccio, diciamo così, analogico. Perché? Perché è un social che va controcorrente, perché mentre gli altri tendono a farti rimanere il più possibile ancorato allo schermo del cellulare, Lighdrop ti spinge a vivere esperienze reali, tra la gente, nel territorio, dove è possibile condividere condividere molto di più di un post. Lighdrop si nutre di esperienze, le racconta, le fa organizzare, le rende possibili, le sostiene economicamente.
Una grande idea di cui abbiamo voluto sapere di più. Per questo abbiamo chiesto a Fabiano Buongiovanni, CEO di Lightdrop, di parlarci di questo social straordinario.
Cosa ti ha portato fin qui, Fabiano?
Nasco come startupper digitale all’età di 22 anni, mentre studiavo all’Università: prima laurea in Architettura, poi in Ingegneria e poi ho voluto specializzarmi con un Executive MBA in ICT Management al MIP, School of Management del Politecnico di Milano. Mi sono appassionato al mondo digital grazie ad amici che stavano lanciando startup che sono poi diventate di grande successo, come bakeca.it, sostariffe.it e altre, che mi hanno dato la possibilità di seguire i vari processi e conoscere le dinamiche.
La prima esperienza imprenditoriale è stata nel 2009 quando ho lanciato un progetto similare all’attuale prontopro.it, mondo nel quale sono cresciuto per il percorso di studio fatto, che non è decollato, ma grazie al quale ho acquisito grandi competenze in ambito digital. Nel 2012 ho cominciato a fare consulenza alle aziende che volevano iniziare un processo di digitalizzazione, prima con dei soci, poi nel 2014 mi sono staccato e ho aperto la mia azienda (Far Consulting) che in 2 anni diventata tra le più conosciute nel settore digital.
Nel 2016 sono stato acquisito dal Gruppo Vlaue Partner per aprire la divisione Technology. Sono rimasto per 2 anni in VP come Partner e Head of Digital Marketing, per poi capire che non sono fatto per essere dipendente, la mia vocazione è fare l’imprenditore. Nel 2018, chiusa la collaborazione con Value Partner, ho conosciuto una persona con la quale ho iniziato un percorso di crescita personale e professionale che mi ha aperto la mente e mi ha fatto capire che la mia missione è realizzare progetti digitali che portino beneficio alle persone, e su questo principio ho iniziato a progettare diverse startup in fase di sviluppo, tra le quali, finalmente, Lightdrop.
Un bel percorso, ricco di esperienze e formazione. Come coach non posso che sottolineare l’importanza di un partner di fiducia col quale inquadrare al meglio i propri obiettivi. E poi, Fabiano, che è successo nel “tuo mondo”?
La situazione che persone ed imprenditori hanno vissuto durante questi ultimi 2 anni ha inevitabilmente e drasticamente cambiato la visione della nostra vita, ed il valore che diamo al tempo, e questo senza risparmiare nessuno. Dipendenti, imprenditori, liberi professionisti, disoccupati, studenti e pensionati, si sono trovati ad affrontare la prova più dura di sempre, il terrore di rimanere senza nulla e la nostra capacità di rimanere centrati e focalizzati sul trovare nuove opportunità, quelle che sempre nascono durante una grande crisi.
Personalmente sono stati anni durissimi, mi sono trovato a ristrutturare un’azienda appena creata a fine 2019 e in forte crescita che ha avuto uno stop improvviso a causa dei vari lockdown, ed essendo così giovane non ho potuto usufruire di nessuna agevolazione o sostegno. Mi sono trovato a dover vendere una casa di famiglia per pagare arretrati di stipendi e fornitori. Una scelta tutt’altro che semplice, ma che mi sono sentito di dover fare per far fronte alla situazione. Dall’altra parte sono stati gli anni più belli della mia vita: a settembre 2020 ho sposato mia moglie, a gennaio 2020 è nato il secondo genito e a marzo 2021 la terza, ho passato più tempo con i miei figli di quanto avrei fatto andando tutti i giorni in ufficio nella precedente normalità… Ci sono stati i pro e i contro.
In effetti, fare l’imprenditore in Italia, soprattutto in periodo di pandemia, è una vera e propria avventura! Come dici tu, sfidante in tutti i sensi, positivi e meno positivi. Sembra di guidare con la 500 vecchio modello, quella con il cambio a “doppietta”, difficilissimo! Però quando impari a guidare con quella, puoi guidare a occhi chiusi anche le Ferrari! Almeno così dicono… E della “tua Ferrari” che puoi raccontarci? Com’è nata l’idea di Lightdrop?
Come nasce l’idea? L’idea nasce una sera di fine 2019, quando un’amica si lamenta del fatto che spesso non ero disponibile per andare a bere un aperitivo e che questo la faceva sentire sola. La cosa mi aveva stupito, perché è una ragazza molto attiva sui social, con tantissime amicizie.. la classica persona che non penseresti mai che si possa sentire sola.
Da quel momento ho iniziato a informarmi e ho scoperto cose che mai avrei pensato: studi infiniti su quanto l’utilizzo smodato e compulsivo dei Social stessero distruggendo la vita delle persone che iniziavano a soffrire sempre più di isolamento, emarginazione, rabbia, depressione, insicurezza… ore passate davanti allo schermo senza che ce ne si accorga, fattori che stanno distruggendo la socialità delle persone, rendendole incapaci di interagire e relazionarsi. Per deformazione professionale ho iniziato a cercare se ci fossero sugli store e online app pensate per soddisfare tale bisogno ma, a parte i soliti social e siti di incontri amorosi, non ho trovato nulla di interessante.
Da quel momento, ogni giorno ho dedicato parte del mio tempo a progettare un’applicazione che andasse a risolvere quella necessità.
Poi, da li a poche settimane è scoppiata la pandemia e sono arrivati i lockdown che hanno piegato le gambe ad aziende, attività commerciali, dipendenti.. e la cosa, ovviamente, non è stata indolore, ma non è passata neanche inosservata.
Grazie a quei lockdown ho iniziato ad ampliare la visione dei problemi da risolvere, ed ogni giorno trovavo tante piccole soluzioni che potevano aiutare le persone ad uscire dalla complessa situazione che si era venuta a creare, una volta restituita la libertà di uscire, vedendo proprio nelle persone la soluzione. Infatti, durante i lockdown era uscito un forte sentimento di solidarietà e unione, che aveva dato forza e ottimismo; tutto nato con grande spontaneità, che ha permesso a molti di uscire da una situazione surreale.
Parli di persone. Di restituire alle persone il centro, di tornare a dargli importanza. E chi sono queste persone? A chi si rivolge Lightdrop?
Uno dei nostri valori è l’inclusione, quindi mi verrebbe da dire semplicemente che Lightdrop si rivolge a… Chiunque! Se vuoi che sia più preciso, ti direi che si rivolge a chiunque condivida i valori su cui si fonda questo special Social: vivere la vita reale, tornare a socializzare, organizzare con semplicità e scoprire nuove opportunità: opportunità di incontrare, esplorare e condividere (in questo caso si rivolge a ogni persona che abbia voglia di vivere tempo e passioni con vecchi e nuovi amici); e opportunità professionali (chiunque abbia bisogno o il desiderio di trovare e fidelizzare nuovi clienti, iniziare un nuovo lavoro monetizzando le proprie passioni, avere servizi di visibilità etici).
Ci si sente parte del gruppo a sentirlo, e viene subito voglia di iscriversi! Cosa ti aspetti che succeda ora Fabiano, quali sono i prossimi passi?
Quali i prossimi step?: Abbiamo lanciato da solo una settimana la versione beta e in pochi giorni, senza alcun tipo di sponsorizzazione o investimenti in marketing abbiamo raggiunto quasi 600 iscritti, ma ci siamo posti come obiettivo di validazione 10.000 utenti, per avere un minimo di credibilità.
Stiamo lavorando duramente sulla chiusura di partnership strategiche, la più importante è sicuramente un patto di futura fusione con una realtà di Torino che ha sviluppato una piattaforma di servizi dedicati alle attività commerciali, che si integra perfettamente con la visione di Lightdrop di diventare un hub di servizi B2B2C dedicato all’organizzazione e fruizione di attività ludiche ed eventi. Cosa significa? Significa che su Lightdrop la mamma potrà organizzare la festa di compleanno per il figlio e, in maniera contestualizzata, la piattaforma le proporrà i prodotti ed i servizi convenzionati di cui potrà avere bisogno per quell’attività (palloncini, festoni, intrattenimento, pasticceria, location, etc.), mentre agli invitati saranno proposti i servizi di mobilità convenzionati per raggiungere la festa.
Wow, ottima idea! Continua…
Questo era un semplice esempio, ma la logica è proprio questa e sarà declinata per qualsiasi tipo di attività: trekking, calcetto, aperitivo, corso di yoga, concerto etc. Contestualmente stiamo lavorando alla creazione di un utility token che potrà essere utilizzato solo all’interno della piattaforma, per partecipare a Momenti a pagamento, acquistare e vendere beni e servizi, premiare gli utenti più attivi, ecc. Entro fine ottobre prevediamo che il token sia emesso.
Se raggiungeremo questi obiettivi, entro fine anno avvieremo i lavori di sviluppo delle app native, per essere online sugli store nei primi mesi del 2022, con l’obiettivo di essere presenti in tutta Italia entro la fine del 2022.
Stiamo valutando anche di fare una campagna di crowdfunding, ma prima è per noi fondamentale ricevere i feedback dagli utenti che quello che stiamo facendo soddisfi le loro esigenze appieno.
Nel ringraziare Fabiano per la sua disponibilità a rispondere alle domande di InsideMagazine, non posso che apprezzarne l’umanità, il senso spontaneo della condivisione e del voler creare qualcosa che sia al servizio di tutti. Ovviamente questo magazine continuerà a seguire da vicino questa iniziativa, sostenendone valori e principi. Pubblico questa intervista e vado a iscrivermi a Lightdrop!