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E’ guerra nel cuore d’Europa! La Russia ha invaso l’Ucraina, e ora?

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E’ guerra in Ucraina! In questa cronaca sulle cause, più o meno recenti, che hanno portato Putin a porre sotto assedio l’Ucraina, gli eventi stanno prendendo il sopravvento. Secondo quanto riportato da fonti di Intelligence Americane (che Biden, con una decisione senza precedenti, ha deciso di declassificare e rendere pubbliche), Putin ha deciso di invadere.

E’ guerra!

Prima del fine settimana tra il 19 e il 20 febbraio, vi poteva essere ancora un barlume di speranza nel proseguimento dei negoziati con un incontro al vertice tra Putin e Biden a Ginevra. Oggi questa possibilità è del tutto svanita. Infatti, Biden aveva già affermato che in caso di attacco non vi sarebbe stato alcun vertice e sarebbero state poste in essere le pesanti sanzioni per stroncare l’economia russa. Sperava, Biden che, anche se Putin è un prepotente con la smania di voler sottomettere l’Ucraina, stesse in realtà solo cercando di fabbricare un pretesto valido per giustificare un intervento.

Una guerra di conquista nel cuore dell’Europa oggi lo fa apparire come un usurpatore di sovranità e giustifica le sanzioni. Ma non sappiamo ancora se per la Russia sarà il disastro sventolato. In ogni caso, per un po’ è stata solo questa considerazione a frenare il via all’attacco. Il Dipartimento di Stato Americano affermava già da giorni come le formazioni russe fossero schierate a ridosso del confine in una posizione di attacco imminente, mentre una guerra a bassa intensità si svolgeva già nella regione del Donbass ed in due regioni limitrofe nel sed-est dell’Ucraina. Avvisaglie della guerra imminente.

I separatisti russi stavano sferrando una offensiva militare contro forze ucraine per il controllo del territorio. Ma fonti di informazione russe riferivano il contrario, cioè di attacchi ucraini.  Ed è qui che Putin stava fabbricando la scintilla che avrebbe giustificato il suo intervento in Ucraina. Se vi fosse stata la casuale di una richiesta di aiuto da parte di propri connazionali, ecco che un via per l’ingresso in Ucraina di truppe russe sarebbe stato giustificato. E poi, ad una richiesta di cessate il fuoco, Putin avrebbe potuto dettare le proprie condizioni. Quello che più gli interessa: che in un trattato venga stabilita la condizione imprescindibile che l’Ucraina non potrà mai entrare a far parte della NATO.

Ad oggi, nei colloqui bilaterali con i vari Capi di Stato, tutti sono stati compatti nel negargli questa possibilità. Ma nel corso di una guerra le cose cambiano ed il leader russo è disposto ad arrivare a Kiev pur di trattare alle sue condizioni.  Intanto vi sono già i primi morti ed i letti d’ospedale occupati dai primi feriti e le colonie estive che accolgono i primi profughi. Nel cuore dell’Europa è tornata la guerra!

Un giocatore di scacchi esperto

Putin, formatosi nei servizi segreti sovietici e giocatore di scacchi esperto, è pronto a sacrificare qualsiasi pezzo, pur di raggiungere il suo scopo. E da maestro della disinformazione può rivoltare le notizie come più gli fa comodo. Questo è il suo gioco. Nel frattempo, mentre la marcia su Kiev avanza, continua a lanciare attacchi cibernetici mirati a sabotare i vari sistemi operativi e di sicurezza ucraini. Insomma la guerra è arrivata e chissà quanto durerà. Le Forze Armate Russe sono posizionate, avanzano incontrando una certa resistenza e qui c’e’ da considerare quanto queste truppe possano resistere dopo mesi lontane dai loro acquartieramenti, d’inverno, malnutriti, in condizioni igieniche sanitarie precarie e non dimentichiamo l’impatto che può avere il Covid.

Certamente, malgrado l’energia che i video russi hanno diffuso, la loro morale sarà probabilmente molto bassa. Ma anche questo al dittatore di tutte le russie interessa poco, se visto nel ruolo che le sue truppe schierate in assetto di guerra stanno giocato e continueranno a giocare nel negoziare le sue condizioni. Si attendono la mosse di Biden e dell’Occidente.

Un bambino capriccioso

Nessuno può capire cosa giri nella testa di Putin, anche se per capirlo si potrebbe guardare alla voce “bullo” in un dizionario psicologico. Nei negoziati si è mostrato irragionevole, cocciuto ed incapace di mediare su niente. “My way or the highway”. Un bambino capriccioso sarebbe stato più flessibile.

Biden gli aveva offerto una via d’uscita dal vicolo cieco di ammasso di truppe in assetto di guerra. Aveva messo sul tavolo un nuovo trattato che limitasse i missili con testate nucleari e lo spiegamento di forze NATO nei paesi confinanti, inoltre assicurazioni di comunicazione e trasparenza su eventuali esercizi militari. Ma niente! Lui ha scelto la via dell’aggressione, vecchia di almeno cento anni e bocciata unanimemente dalla storia. Un uomo dell’ottocento con la convinzione di poter risolvere tutto militarmente e col potere per poterlo fare. Anche perché sinora, in Cecenia, in Georgia, in Siria, nel Donbass, in Crimea, il suo interventismo militare ha sempre avuto mano libera, con l’Occidente che si è limitato solo a condannare e sanzionare, senza maggiori conseguenze per la Russia.

Putin versus NATO

Putin sa che una reazione armata farebbe deflagrare una Terza Guerra Mondiale combattuta con armi atomiche, e su questa assunzione è basato il suo gambitto militarista ed il suo atteggiamento da ‘bullo’. Dietro il suo veto sull’adesione dell’Ucraina alla Nato, di per sé inammissibile perché violerebbe la sovranità di un paese indipendente, si nasconde il vero motivo di questa aggressione. Ed esso, non essendo stato sul tavolo dei negoziati, non è stato mai trattato. Putin però lo ha espresso tante volte e lo ha anche scritto: lui vorrebbe restaurare una sorta di Grande Madre Russia, come al tempo dell’Impero Zarista e dell’Unione Sovietica. In luogo di guardare avanti guarda indietro; e non si discosta dalla fissazione di ogni dittatore.

Per esempio, Mussolini aveva in testa la retorica dell’Impero Romano ed aveva scomodato il simbolismo dei fasci littori, come Hitler quello della svastica per indicare la purezza ariana del popolo. Ma quando si guarda indietro si va a sbattere e la storia lo insegna a tutti, ma non a chi crede nella propria onnipotenza. 

Secondo i media russi, la politica aggressiva di Putin nei confronti dell’Ucraina è descritta nell’aura retorica di un enorme successo, soprattutto perché la Russia torna ad essere rilevante ed al centro dell’attenzione mondiale. Ma a quale prezzo? In realtà questo tipo di politica muscolare comporterà una regressione economica generalizzata. Le sanzioni che l’Occidente sta imponendo potrebbero non essere così gravi per la Russia che è un paese semi autarchico con uno sviluppo economico, a parte quello militare, tra i peggiori in Europa; anche se, a toccare i portafogli miliardari dello stesso Putin e degli oligarchi che lo circondano, l’elite sarebbe certamente colpita.

Ma le sanzioni economiche, se sono deleterie per la Russia, sono controproducenti soprattutto per l’Europa che dipende per il 40% dai fornimementi del gas russo; e Putin conta anche su questo per dividere il fronte Occidentale. Ma se si ragiona su quello che sta succedendo, Putin sta ottenendo l’opposto di quanto chiedeva, perché la NATO, piuttosto che ritirarsi, sta rafforzando le proprie posizioni ai confini della Russia, mentre l’Ucraina, con gli invii di rifornimenti militari ed aiuti dall’Europa e dall’America, è sempre più orientata a legarsi all’Occidente democratico, piuttosto che alla Russia autoritaria. Inoltre, almeno per ora, l’Occidente non è stato mai così unito.

La conquista dell’Ucraina

Se si analizza la situazione da un punto di vista strettamente militare, l’Ucraina non è solo un paese difficile da conquistare, ma è anche complicato da sottomettere. Territorialmente è, dopo la Russia, il più esteso paese europeo, con una popolazione di 45 milioni di abitanti. quindi è di per sé già impossibile da occupare completamente. Poi qualsiasi esercito di occupazione dovrebbe vedersela col nazionalismo ucraino, che dal tempo degli zar è sempre stato un movimento forte e diffuso nela popolazione, capace di operare in clandestinità e di offrire una strenua resistenza con operazioni asimmetriche di guerra guerrigliata

Insomma il gambitto di Putin non sembra essere vincente. Occupare e sottomettere una nazione ostile non è mai scontato. Il declino dell’Unione Sovietica cominciò con il tentativo di sottomissione dell’Afghanistan, dove i Russi subirono una sonora umiliazione. In quel caso era in gioco solo la politica espansionista sovietica, oggi in Ucraina Putin rischia di perdere la garanzia economica ed agricola dell’Ucraina, che è anche il paese da cui transita la maggioranza del gas che fornisce energia all’Europa e denaro contante all’economia russa.

Nel lungo periodo l’Europa potrà differenziare le proprie fonti energetiche ed interrompere la propria dipendenza dalla Russia, mentre questa, col peggiore PIL tra i paesi europei, sarebbe destinata ad un inevitabile declino ed alla irrilevanza. Una considerazione che sarebbe potuta essere adombrata dai media russi, se fossero stati più indipendenti.   

Follotitta vive tra New York e Miami, è architetto e appassionato di storia, architettura e politica. Una visione a 360° sul clima made in USA vista dagli occhi di un professionista "italiano in trasferta".

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