Venerdì 18 marzo Marco Aime introduce il tema della XIII edizione: Narrare humanum est. La vita come intreccio di storie e immaginari Teatro Bolognini di Pistoia, ore 11 | Live-streaming su FB e YT dalle 11.15
Iniziano venerdì 18 marzo le lezioni preparatorie ai Dialoghi di Pistoia, festival di antropologia del contemporaneo, con l’antropologo Marco Aime, alle ore 11 al teatro Bolognini di Pistoia, dalle 11.15 anche in streaming sulla pagina FB e YT del festival. Aime approfondisce il tema della XIII edizione: Narrare humanum est.
La vita come intreccio di storie e immaginari. Una lezione per le scuole secondarie di secondo grado di Pistoia e della provincia, ma anche per gli istituti scolastici di tutta Italia che, da anni ormai, seguono in streaming, il mini-ciclo di antropologia – ideato dalla direttrice del festival, Giulia Cogoli, e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia – pensato per avvicinare gli studenti, con un linguaggio adatto a loro, ai grandi temi della contemporaneità.
Nei 12 anni passati, sono stati circa 30.000 gli alunni coinvolti. «Perché gli esseri umani tentano di dare un ordine al mondo? In realtà il nostro pianeta può vivere benissimo senza di noi e la natura non ha certo bisogno di essere “riordinata”. Siamo noi ad avere bisogno di classificare, di mettere in relazione ciò che vediamo e anche ciò che immaginiamo, perché il nostro cervello necessita di concatenazioni logiche, di elementi messi in sequenze comprensibili, che abbiano una logica a noi chiara: che abbiano una trama, che siano un discorso, una narrazione.
Ecco da dove nasce la nostra attitudine alla narrazione, al racconto» dichiara Marco Aime «Attitudine dettata dalla necessità di comunicare, siamo animali sociali, non potremmo non esserlo, senza questa capacità di trasmetterci informazioni ci saremmo già estinti da migliaia di anni. La forza dell’homo sapiens sta proprio nel saper comunicare e, per farlo, ogni comunità umana ha inventato un linguaggio. Linguaggio che non è solo una sequenza di suoni ordinati, ma è una sorta di lente attraverso cui guardare e leggere il mondo. Cambiare lingua vuole dire anche cambiare modo di pensare».
«Ciascuno di noi è il prodotto di storie che abbiamo vissuto e abbiamo ascoltato» conclude Aime «In questo modo noi costruiamo il nostro essere umani, la nostra appartenenza a una o più comunità, la nostra capacità di convivere. Quando perdiamo la capacità di ascoltare quelle degli altri, allora nascono le incomprensioni, i pregiudizi, che sono anch’essi il prodotto di narrazioni.
Cominciamo a raccontare una storia in cui l’altro, il diverso, diventa l’icona di ogni male. È da queste narrazioni che nascono il razzismo, l’odio per l’altro, le guerre. Un pericolo che dobbiamo evitare e l’unico modo per farlo è ascoltare le storie di tutti». Al termine dell’incontro, Aime risponderà alle domande del pubblico in teatro e a quelle poste dalle classi collegate in streaming attraverso FB e YT. La prenotazione, sia per le classi che per il pubblico, è obbligatoria: dialoghi@comune.pistoia.it.
Il secondo incontro sarà mercoledì 27 aprile, alle 11 al teatro Bolognini, con il filosofo Duccio Demetrio.
Info: www.dialoghidipistoia.it