Raffinata interprete dotata di magia pura nello sguardo, Tiziana Narciso ha calcato le scene di questa estate romana con la rassegna “Pirandelliana”, diretta da Marcello Amici e dalla sua compagnia “La Bottega delle Maschere”. Molto impegnata a teatro – una forma d’arte che è “magia pura”, afferma l’attrice – Tiziana Narciso si è dedicata in questo 2022 anche al cinema, interpretando una parte nel film “La stranezza” di Roberto Andò, accanto a Toni Servillo e di prossima uscita nelle sale.
Pirandello a Roma
“I giganti della montagna” e “Sei personaggi in cerca d’autore” sono i due capolavori di Luigi Pirandello portati in scena da Marcello Amici e dalla sua compagnia, per i quali Tiziana Narciso ha interpretato due personaggi, quello della contessa Ilse e quello della Madre.
La scena de “I giganti della montagna” si svolge nella villa della Scalogna, un luogo abitato da gente strana, disadattata, che guarda il mondo con occhi trasognati sotto il controllo del Mago Cotrone. In questa villa arriva moglie di un conte, Ilse, un’attrice che aveva abbandonato il mondo dello spettacolo e che in seguito ad un evento drammatico decide di farvi ritorno. Un amico infatti, in realtà innamorato di lei e autore di un’opera teatrale, si è ucciso in seguito al rifiuto della donna, e lei, non perdonandosi la morte di quest’uomo che nel profondo del suo cuore amava, decide di portare nel mondo la sua opera. Approda così nella villa della Scalogna.
«Ilse è un personaggio che adoro, perché è una combattente, una donna che rinuncia a tutti i beni materiali per portare avanti i suoi ideali a rischio anche della vita», prosegue l’attrice, «quest’opera infatti non era riuscita a trovare un riscontro di pubblico, ma lei non si è arresa e ha continuato a girovagare in cerca di fortuna finché non è arrivata con la sua compagnia teatrale alla villa della Scalogna, situata in una valle deserta ai piedi della montagna dove vivevano i famosi Giganti della montagna. Un amico aveva messo in contatto Ilse con il Mago Cotrone, il quale tenterà di convincerli a rimanere in quel luogo, fatto di poesia, magia e sogno, l’unico a suo parere dove la compagnia potrà realizzare la “favola”. Ilse però viene a conoscenza dei Giganti della montagna, uomini che hanno sviluppato i muscoli ma non il cervello e la sensibilità, e decide di portare fino a loro quella tragedia che è diventata per lei tormento e vita.»
“I giganti della montagna” è un’opera rimasta incompiuta, e da sempre portata in scena in due atti. L’autore l’aveva pensata in quattro parti, ma era deceduto prima di poterla completare; questa incompiutezza è il motivo per cui ogni regista che si misura con la tragedia la conclude a modo proprio.»
L’intuizione del regista Marcello Amici
Qual è stata l’intuizione del regista Marcello Amici, con il quale hai una proficua collaborazione che dura da molti anni?
«Marcello ha avuto l’idea di lasciare il finale sospeso. Recita nell’epilogo il testamento di Luigi Pirandello in cui l’autore detta le sue volontà: avrebbe voluto essere cremato, ma questo non era stato possibile inizialmente perché la Chiesa non lo permetteva. Il luogo in cui desiderava essere seppellito era la città di Agrigento, dove era nato. Inizialmente, però, venne seppellito al Verano, e solo grazie all’interessamento di Andrea Camilleri, che aveva con lui uno stretto legame, le sue ceneri vennero trasferite nel capoluogo siciliano. Marcello Amici, quindi, ha scelto di concludere la tragedia leggendo il testamento e portando sulla scena un telo bianco, dietro al quale gli attori si nascondono: è la rappresentazione della pietra che copre l’urna cineraria di Pirandello.»
Tra i due personaggi che hai interpretato, la Madre nei “Sei personaggi in cerca d’autore” e Ilse ne “I giganti della montagna”, quale hai amato di più?
«Ilse è in assoluto il personaggio che preferisco tra tutti quelli che ho interpretato, è nel mio cuore: una donna moderna e soprattutto una combattente che difende i suoi ideali anche a rischio della vita. La Madre è invece un personaggio molto intenso perché ha poche battute e ciononostante rimane in scena per l’intero spettacolo, quindi si tratta di una controscena difficile da intepretare perché il personaggio non deve appiattirsi, ma rimanere vivo, partecipe, esclusivamente con la fisicità e l’espressione del volto.»
Reduce da questo consolidato successo di pubblico e critica, ci aspettiamo di rivedere in scena anche nella prossima stagione la rassegna “Pirandelliana” di Marcello Amici, affiancato ancora una volta dai suoi straordinari interpreti e dalla caparbia “combattente moderna” quale è Tiziana Narciso.