Presentato il volume che descrive un vero e proprio viaggio all’interno della pandemia, con le voci e i volti di chi l’ha vissuta, ogni giorno, in prima linea
Immagini “intensive”
latoC, agenzia di comunicazione che opera in modo non convenzionale in settori convenzionali, presenta Fotografia Intensiva, un libro che racconta – attraverso gli scatti di tre fotografi professionisti – come gli ospedali hanno resistito alle ondate di contagio, come si sono adattati i vari reparti e come hanno reagito gli operatori.
Il libro, curato da Raffaele Vertaldi, rappresenta una finestra sugli ospedali ed offre uno spaccato di quello che il Covid-19, in questi due anni terribili, ha lasciato. Una prova tangibile di ciò che il Coronavirus ha costretto a fare ai medici e ai pazienti: adattarsi, organizzarsi e crescere.
L’anima dei tre fotografi – Mattia Balsamini, Alessio Mamo e Stuart Paton – coglie attimi, sguardi, spazi per raccontarli a chi, per fortuna, non saprà mai cosa è stato il Covid-19. I loro obiettivi sono entrati in alcune strutture ospedaliere per lasciare una testimonianza visiva dove l’anima di chi guarda si riflette nell’anima di chi sfoglia il libro.
“Abbiamo voluto raccontare – precisa Carmen Cannatà, account director di latoC – come, a causa della pandemia, sono cambiate le persone, le procedure, le modalità di relazione tra medici e pazienti e, soprattutto, come il Covid-19 abbia sconvolto le routine, scardinato le sicurezze quotidiane e come abbia imposto nuove regole e ridisegnato le priorità. Il libro è nato con l’obiettivo di trasformarsi in una testimonianza visiva di ciò che il Coronavirus ha lasciato: al di là della paura è rimasto lo sguardo fiero di chi lo ha vissuto in prima linea. Nel corso del tempo, le strutture si sono totalmente riorganizzate e, forti di una nuova consapevolezza, sono rimaste vigili e in attesa, ma con la speranza che il peggio fosse passato”.
“Mattia Balsamini, Stuart Paton e Alessio Mamo – aggiunge Elisa Campagnoli, direttore creativo di latoC – hanno approcci creativi profondamente differenti e, attraverso la loro personalissima sensibilità, ci hanno raccontato come le realtà ospedaliere siano riuscite ad affrontare l’emergenza. Fotografi diversi, dunque, all’interno di ospedali diversi ci hanno condotto in un unico ed emozionante viaggio, all’interno di quello che si è trasformato, grazie alla loro arte, in un unico e solo ospedale. Fotografia intensiva è un progetto ibrido, tra arte e documentario che racconta il distanziamento fisico e psicologico che il Covid-19 ha creato”.
Fotografia intensiva, un viaggio negli ospedali della pandemia: i dettagli del progetto. 85 fotografie per raccontare le storie di medici, infermieri e pazienti che hanno vissuto le terapie intensive negli ultimi due anni. Ci sono le fatiche e la rassegnazione, ma anche le vittorie; i volti segnati da ore e ore di duro lavoro, in attesa di una buona notizia, ma anche i sorrisi. Un vero e proprio viaggio per non dimenticare quello che è accaduto e che, speriamo, non accadrà più.
“Abbiamo scelto – aggiunge Giovanni Iuppariello, Marketing Manager di Biotest Italia – di raccontare come sono cambiati gli ospedali italiani dopo i due anni complicatissimi della pandemia attraverso le immagini perché crediamo sia importante dare un volto all’impegno di medici e infermieri delle terapie intensive durante l’emergenza Covid-19. Vogliamo, con questo progetto, lasciare una testimonianza concreta e visibile alle generazioni future perché quello che abbiamo vissuto ha radicalmente segnato e cambiato le vite di tutti noi”.