Natalie Evans si descrive come un’attivista accidentale, dopo che un giorno ha assistito a un episodio di razzismo che ha personalmente filmato su un treno e che è diventato virale sui social.
L’esempio di Natalie
Quello a cui ha assistito Natalie succede in tutte le parti del mondo. Anche in Italia negli ultimi anni si moltiplicano i casi di intolleranza etnica. E di fronte a queste azioni denigratorie e violente si possono avere due tipi di reazioni: girare la testa dall’altra parte, e chiudersi cercando di ignorarle, oppure fare qualcosa attivandosi in prima persona.
Natalie e sua sorella Naomi fanno parte del secondo gruppo di persone, quelle che decidono di darsi da fare e metersi al servizio degli altri. Lo hanno fatto creando l’account Instagram Everyday Racism per aiutare a educare le persone sul razzismo e su come affrontarlo.
Ora hanno più di 200.000 follower sulla piattaforma dei social media e lo scorso dicembre Natalie ha lasciato il suo lavoro come operatrice di beneficenza giovanile per concentrarsi a tempo pieno sull’attivismo.
“Stavamo iniziando a ricevere feedback da persone che dicevano ‘grazie per questo’ e ‘questo ha molto aiutato'”, afferma Natalie, che ha 32 anni e vive nella cittadina balneare di Margate, nel Kent. “Ho capito allora che l’attivismo, fare la mia parte per cambiare un po’ il mondo, stava diventando per me un lavoro a tempo pieno”.
Per persone come Natalie questo tipo di impegno inizia spesso come un’attività che viene ritagliata nel tempo libero e per alcuni rimane così. In questo caso, i canali social e il riscontro ottenuto hanno dato alla ragazza motivazioni sufficienti per fare un passo in più, e poi un altro finché gestire il carico di lavoro quotidiano mentre aveva un altro lavoro era diventato troppo. “Le e-mail arrivavano continuamente, avevo così tanto da fare!”
Ma come riesce Natalie a mantenersi? Lei e sua sorella guadagnano soldi fornendo consulenza alle imprese e ad altre organizzazioni, ma non ne ricavano un reddito sufficiente per sopravvivere. In loro aiuto è arrivata ancora una volta una possibilità offerta dal mondo digitale: le sorelle hanno infatti creato un account di iscrizione Patreon, dove i sostenitori di Everyday Racism pagano tra le 3 e le 10 sterline al mese per ottenere in cambio risorse extra.
“La gente continuava a dirci di crearne uno, ma non ne ero sicura”, dice Natalie “soprattutto perché ci vuole tempo per scrivere risorse e fare le cose che facciamo”.
Fatto sta che le due ragazze hanno lanciato il loro account Patreon alla fine del 2021 e ad oggi hanno raggiunto 150 abbonati. Per integrare le spese Naomi lavora ancora oggi tre giorni alla settimana come insegnante.
Attivisti si diventa
Da Insulate Britain, a Black Lives Matter e Greta Thunberg, l’attivismo è diventato più visibile nel mondo negli ultimi anni. Sempre più persone si accorgono di ciò che succede loro intorno, e questo soprattutto grazie al mondo digitale, alla veloce comunicazione che passa per i nostri account social e che trova riscontro sul web, grazie a blog e magazine che forniscono informazioni e notizie di qualità. E forse proprio grazie alla consapevolezza che deriva da un altro modo di vivere l’online, molte persone sentono l’esigenza di dire la loro, partecipare e scendere in piazza per protestare e il numero di petizioni avviate sul sito web di attivismo globale Change.org ora supera le 70.000 al mese.
A sua volta, questo ha amplificato il fenomeno dell’attivismo che, da una piccola ma crescente esigenza di persone come Natalie Evans, può diventare un vero e proprio impegno, un lavoro quando si creano i presupposti per un sostegno anche economico, grazie alle soluzioni che offre il mondo digitale.
Fonte: BBC.com