Essere gentili, vuol dire essere inclusivi. La gentilezza, infatti, è un atto potentissimo, per se stessi, ma soprattutto per gli altri.
Essere leader moderni
Emilio Gagliostro, general manager nel campo del luxury, torna sulle pagine di InsideMagazine con un post sull’importanza della gentilezza come soft skill radicale per i leader di oggi. Ecco cosa scrive:
“Un leader moderno, deve essere certamente un leadergentile, ed in quanto tale è un leader certamente inclusivo. Non basta però avere dei team composti da donne, uomini, persone di nazionalità diverse per potersi definire “inclusivi”.
Un leaderinclusivo lo si riconosce per alcuni tratti distintivi ben definiti. In particolare:
🏋️ ha un commitment autentico, ovvero fa delle diversity e dell’inclusion una sua personale priorità con fatti concreti, andando a sfidare lo status quo;
🤗 è umile, nel senso che non ostenta le proprie competenze, anzi non ha paura di manifestare le proprie mancanze ed incentiva gli altri a dare sempre e comunque il loro contributo;
🌈 evita i pregiudizi, puntando a far valere un’autentica meritocrazia ;
👀 è curioso nei confronti di tutto ciò che è diverso, mostrando aperturamentale, capacitàdiascolto ed empatia ;
🧠 ha intelligenzaculturale, è affascinato dalle diverse culture e sa adattarsi laddove necessario;
🤝 collabora ed incentiva la collaborazione, ponendo attenzione alla diversità di pensiero, alla valorizzazione delle risorse e al loro benessere.
Il leder gentile ed inclusivo, infine, è colui che agisce queste leve ogni giorno, in ogni piccola azione, piuttosto che con grandi gesti sporadici ed eclatanti, altrimenti diventa semplice “diversity-washing” (un po’ il corrispettivo di green washing quando si parla di sostenibilità).
Gentilezza ed inclusività non possono che andare assieme. Sempre e comunque.”