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A Dubai un 2023 grande per i grandi. Parola di Daniele Pescara

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Per un Paese che ha costruito la sua comunità imprenditoriale su un regime fiscale basso o nullo, l’annuncio dell’introduzione nel 2023 della Corporate Tax rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui le imprese opereranno negli Emirati Arabi Uniti. Ne parliamo con Dianiele Pescara, CEO di Falcon Advice e, per chi ci legge già lo sa, punto di riferimento per InsideMagazine quando si tratta di Dubai.

Le nuove tasse a Dubai: chi arriva, chi va

L’annuncio non è arrivato del tutto inaspettato. Ne avevamo parlato anche noi qualche mese fa, proprio assieme a Daniele Pescara, il più “cliccato” consulente dagli italiani a Dubai. Il Ministero delle finanze emiratino aveva già da tempo suggerito che una sorta di regime fiscale societario sarebbe stato introdotto nel 2023. Ormai la situazione è chiara e il costo della vita e degli immobili nel Paese è sicuramente una cartina tornasole di ciò che sta accadendo. Un bene o un male?

“La nuova tassa è stata annunciata in un momento in cui gli Emirati Arabi Uniti stanno cavalcando un’ondata di investimenti esteri”, ci racconta Pescara. “Ora sta tutto nel comprendere fino in fondo e in anticipo cosa nel dettaglio cambierà a Dubai per molti investitori dell’ultima ora che, allettati dalle promesse “universali” di sedicenti consulenti youtuber, da anni hanno affollato il terminal arrivi dell’aeroporto cittadino. Per loro non sono buone notizie: Dubai è sempre più un Paese d’elite dove solo i leader del business, in tutte le sue ramificazioni, riusciranno a prosperare”.

Chi prospererà a Dubai nel 2023?

Dunque, una selezione naturale. Per chi improvvisa a Dubai non c’è più spazio. Non che prima ce ne fosse, ma la promessa della Freezone a “tasse zero” ha moltiplicato gli avventurieri del business dell’ultim’ora.

“Da una parte è stata una fortuna, perché tutte queste persone ora sanno che Dubai non è la terra promessa. Nemmeno un paese dei balocchi. Eppure troppo facilmente in molti hanno creduto al Gatto e alla Volpe finendo in guai finaziari più o meno seri. Per poi ritrovarsi a bussare alla nostra porta in cerca di aiuto”.

A proposito di porte, sappiamo che quella della Daniele Pescara Consultancy è “cambiata”. Una nuova licenza (DIFC), un nuovo ufficio in una zona straordinariamente affascinante delle nuova Dubai, immersi tra i grattacieli cittadini, un po’ come stare nella roboante Wall Street newyorkese?

“Sì abbiamo deciso per un upgrade durante il 2022, Il discorso si collega a quello che stavamo dicendo. La capacità di selezionare i nostri interlocutori ci ha fatto capire l’importanza di offrire, non solo il miglior servizio su piazza (ovviamente non lo diciamo noi, ma ad esempio i tanti articoli sui media che puntualmente parlano di ciò che di buono stiamo facendo, soprattutto per i nostri clienti italiani), ma anche l’accoglienza in una location che dà certezze: se sei qui, in questo palazzo, in quest’area di Dubai, vuol dire che puoi. Devi rispettare, cioè, certi canoni per poter ottenere la licenza che ora la Daniele Pescara Consultancy può vantare.

Già il fatto di far pagare la consulenza (in molti attraggono clienti con il miraggio di una consulenza a costi zero, ndr) e già il fatto di avere due sedi, una in Italia è una Dubai, e poi il fatto di non incontrare le persone nelle hall degli hotel, questo ci ha dato da sempre credibilità e un posizionamento di prim’ordine nel mercato“.

I prezzi aumentano: cosa significa?

Torniamo a bomba? “Sì, torniamo a bomba, partendo da un dato focale: qui a Dubai c’è stato un aumento del costo medio dell’immobile di un più 40%. Cosa sta significando questo? Che tante persone se ne stanno andando, veramente tante, mentre ci sono tanti russi che stanno trasferendo bilioni di dollari a Dubai. Le cose stanno cambiando velocemente qui e oggi il business si fa in riferimento a un nuovo target che non è il nomade digitale interessato ai business online o l’imprenditore che vuole fare il “birichino” aprendo società offshore in loco per non pagare tasse. Le tasse si pagano anche a Dubai e se si fa una corretta pianificazione fiscale si possono avere nel 2023 più vantaggi di quanti effettivamente se ne potevano avere nel 2022 e in tutti gli anni precedenti. Solo le regole cambiano e sono le regole della Serie A del business”.

Dunque, ricapitolando: non sono solo i prezzi ad aumentare, ma il volume di viaggiatori d’affari negli Emirati Arabi Uniti, gli affitti e il valore degli immobili. Anche i costi per la costituzione di un’assicurazione aziendale, ad esempio, sono piuttosto elevati. Questi sono tutti indicatori che mostrano che l’attrattiva della destinazione Dubai sta aumentando?

“Esatto. L’introduzione di una tassa sulle società è uno dei molti modi in cui gli Emirati Arabi Uniti stanno cambiando, e lo stanno facendo molto velocemente. Il governo ha l’obiettivo a lungo termine di modernizzare l’economia del Paese diversificando. Dalla dipendenza da petrolio e gas si sta puntando a consolidare una reputazione di centro tecnologico e di innovazione globale, attraendo aziende top a Dubai”.

Per chi se lo stesse chiedendo, questo non significa che le società dovranno pagare le temute tasse, significa che è fondamentale fare una seria pianificazione fiscale e solo un certo tipo di società ha le motivazione per farla. “Prevedo, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, che nel Paese arriveranno imprenditori molto, molto importanti e, soprattutto, ormai più nessuno che non sia solvibile. Questo cosa significa in termini di affari in generale?

Cosa significa?

“Dalla nostra posizione privilegiata – non esistono altri studi come il mio, titolari di questa licenza sono solo banche o assicurazioni, o degli Studi storici local in grado di fornire servizi fiduciari affidabili, precisa Daniele Pescara – traduciamo il tutto come un’espansione molto positiva e rassicurante per l’intero mercato. In questo contesto noi abbiamo voluto posizionarci al centro. Qualsiasi nostro investitore, comodamente da casa, oggi è in grado di nominare la nostra società come fiduciaria, noi gli apriamo i conti correnti mentre lui rimane tranquillamente a casa godendosi tutti i privilegi di Dubai. Questo è uno dei tanti servizi che facciamo quotidianamente. Quando parlo con i miei clienti, io non vedo una società, io vedo una soluzione. Questo oggi lo permette l’accelerazione incredibile che sta vivendo Dubai”.

In che senso?

“Oggi più che mai un mercato così competitivo, immerso in un contesto del quale è necessario avere estrema conoscenza, offre molte opportunità, ed è la giusta consulenza che fa la differenza”.

Grandi investitori per un futuro al top

Dubai

Traduciamo velocemente in una sintesi: livelli di investimento così elevati negli Emirati Arabi Uniti, suggeriscono che questo è il miglior momento, da una parte per il governo di introdurre il nuovo sistema di tassazione, dall’altra di investire nell’Emirato.

“Assolutamente. Il cambiamento è tutto teso verso una normalizzazione del mercato interno a favore di grandi investitori esteri e di sociatà comunque ben strutturate che vogliono fare un salto di qualità. Un evidente segnale tra tutti? Cambiare la settimana lavorativa dal lunedì al venerdì invece che dalla domenica al giovedì, è il primo segno della volontà degli Emirati Arabi Uniti di cambiare la propria cultura aziendale e aderire alle norme internazionali”.

Cosa risolve questo?

“Oltre a tutto ciò che è stato detto, ti dico la questione che mi sta più a cuore? I sedicenti consulenti di cui parlavamo, quelli che dalla loro cameretta di casa si collegano online per dare consigli fiscali, hanno colpito soprattutto i giovani. Ragazzi cresciuti a pane e web che, grazie a modelli di business on-line sono riusciti a guadagnare anche delle cifre ragguardevoli. Purtroppo hanno la mentalità intrinseca della scorciatoia e hanno visto in Dubai un acceleratore per le proprie attività. Tantissimi sono rimasti con le gomme a terra e questo è un peccato. Questa è una generazione che va sostenuta in modo diverso”.

Ma avrà ragione Pescara o avranno ragione “quegli altri” che dicono che Dubai sta facendo un harakiri?

“Una bella domanda. Io non posso che rispondere che il tempo, e questo 2023, mi daranno ragione e, cioè, che qui il mercato esploderà ulteriormente. Sono arrivato in questo ufficio con una bella vista perché sono sempre stato un passo avanti. Nel tempo ho maturato una visione ampia e generale del business internazionale, e sono riuscito a farlo al di là degli allarmismi. Nella paura la gente si immobilizza e rimane in attesa, è un istinto naturale. Ma sono proprio questi i momenti in cui bisogna muoversi, agire prima degli altri con coraggio come facevano quegli Arditi della Prima Guerra Mondiale. Senza di loro l’esito del conflitto sarebbe stato ben diverso, lo sai no? Una persona consapevole e impavida, può fare una gran differenza. Soprattutto nel business con la B maiuscola“.

Paul Fasciano, Direttore di InsideMagazine e del Gruppo Editoriale Inside, è un mental coach prestato al mondo della comunicazione digitale. Con un background accademico in sociologia e una formazione in PNL, mindfulness e neuroscienze, ha dedicato oltre tre decenni allo studio delle dinamiche sociali odierne. E' autore di varie pubblicazioni incentrate sulla crescita personale nel complesso contesto contemporaneo. La sua missione è fornire ai professionisti le informazioni più aggiornate e rilevanti, migliorando la loro comunicazione e potenziando il loro mindset con strategie efficaci e mirate.

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