Nell’intervista COACHINACTION la Mental Coach Amanda Gesualdi ci parla degli archetipi come strumento per aver consapevolezza di sé in modo sempre più approfondito.
Il potere degli archetipi nel Coaching
In questa intervista COACHINACTION Amanda Gesualdi, Mental Coach, ci aiuta a capire come utilizzare gli archetipi per salvaguardare il proprio viaggio dell’eroe.
Il connubio tra sport e spiritualità per esprimere se stessi ai massimi livelli
La storia di Amanda Gesualdi parte dallo sport, in particolare dal tennis. Ha avuto esperienze come atleta professionista, allenatore, dirigente ed oggi è Presidente e fondatore dell’Accademia Sport Olistico.
Ha sempre nutrito un’attrazione particolare per la psicologia e, dopo aver conseguito la Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche Applicate con specializzazione sulle emozioni, si è dedicata ad approfondire la psicologia più esperienziale ed orientale, tra cui la meditazione.
Ha integrato psicologia occidentale e psicologia orientale sia come approccio su di sé e sulla sua vita sia per proporsi all’esterno.
Nella sua professione porta la sua esperienza da atleta e quella da allenatrice. Ha contribuito a far riconoscere nel tennis l’importanza della parte mentale, che fino a qualche decennio fa era completamente trascurata.
Oggi lavora a tempo pieno come Mental Coach all’interno del mondo University Coaching e recentemente ha fondato la Profiling Coaching Agency.
CoachInAction. L’intervista a Amanda Gesualdi
Cosa rappresenta il termine “Coaching” per te e in che modo oggi stai condividendo la sua potenzialità col mondo?
Il Coaching rappresenta per me quello che è il significato della parola stessa, cioè allenamento. Ricordiamo infatti che il Coaching deriva dallo sport e dalla mentalità sportiva.
Lo condivido nella mia vita a 360 gradi, lo porto con me nella quotidianità per quanto riguarda me stessa e il mio modo di pormi e lo condivido con gli altri quando sono allenatrice su un campo da tennis, docente, formatrice o Mental Coach nei percorsi.
Semino Coaching nell’universo tutti i giorni.
Gli archetipi, comunemente associati a Jung, sono conosciuti e utilizzati anche da professionisti del Marketing per influenzare la scelta del consumatore finale. Per quale motivo è da ritenere importante conoscerli per chi offre o riceve sessioni di coaching?
Per me gli archetipi sono chiavi che aprono delle porte. Li definisco anche il DNA della storia dell’umanità e il DNA dell’individuo dal punto di vista psicologico.
E’ importante conoscerli per chi offre o riceve sessioni di coaching perché sono i depositari delle virtù, ossia le potenzialità all’ennesima potenza.
Conoscerli quindi significa salvaguardare il nostro viaggio psichico e il nostro viaggio dell’eroe e avere consapevolezza di noi in modo sempre più approfondito.
Quali sono gli archetipi che si presentano nel viaggio dell’eroe?
Qualsiasi viaggio, che sia inteso come la vita intera di una persona o una tappa più breve, è composto di 3 fasi:
- i preparativi, ossia come ci prepariamo al viaggio, cosa vogliamo fare, dove vogliamo arrivare;
- il viaggio, che parte nel momento in cui inizia a tutti gli effetti la nostra esperienza;
- il ritorno, ossia quando torniamo a casa trasformati dal cammino che abbiamo compiuto.
Se pensiamo all’arco della vita di una persona, abbiamo:
- la fase dei preparativi dagli 0 ai 30 anni, in cui iniziamo a mettere le basi della nostra vita, a capire chi vogliamo essere e cosa desideriamo ottenere;
- la fase centrale del viaggio dai 30 ai 55 anni, in cui andiamo a consolidare la famiglia, il lavoro, le nostre aspettative;
- la fase del ritorno dai 55 anni in su in cui tiriamo le somme di quello che abbiamo fatto.
I preparativi vengono gestiti dall’Innocente, dall’Orfano, dal Guerriero e dall’Angelo Custode, che sono gli archetipi più presenti a livello collettivo.
Nel viaggio ritroviamo il Cercatore, l’Amante, il Distruttore e il Creatore.
Il ritorno è gestito dal Sovrano, dal Mago, dal Saggio e dal Folle.
La consapevolezza dell’archetipo dominante offre la stessa potenzialità evolutiva indipendentemente dal sesso, età e cultura?
Noi pensiamo come umanità di essere più evoluti dei nostri antenati. Per quanto riguarda la legge degli archetipi non è così. Dal punto di vista di psicologia e di inconscio collettivo, un uomo primitivo può essere più evoluto di un attuale capo di stato o di un imprenditore di successo.
Gli archetipi non seguono la legge del sesso, dell’età e della cultura e, per esempio, avere cultura non vuol dire riuscire ad evolvere la propria vita archetipica.
Gli archetipi dominanti sono una caratteristica della personalità oppure cambiano nell’arco della vita?
Noi dovremmo cercare di utilizzare tutti e 12 gli archetipi perché ciascuno di essi ci porta un dono. Per esempio, se in una partita di tennis ho tanti colpi nel mio repertorio (il diritto, il rovescio, la voleè, il servizio, lo smash…), riuscirò a giocare a livelli molto alti, mentre se ho a disposizione solo alcuni colpi andrò facilmente in difficoltà.
Il nostro tendere deve essere quello di sviluppare una vita archetipica completa e sana.
Archetipi e personalità non sono un parallelismo che ha senso perché l’archetipo è più profondo della personalità, è qualcosa che ereditiamo per fronteggiare psichicamente la vita fin dalla nostra nascita.
L’archetipo è più vicino alla spiritualità che alla personalità.
Le nostre emozioni influenzano o sono influenzate dall’archetipo dominante?
Le emozioni sono un po’ distaccate dall’ambito archetipico, si avvicinano alla vita dell’archetipo nel momento in cui l’emozione diventa un dono. Per esempio, l’archetipo del Folle quando è luce ci porta entusiasmo e gioia, quindi l’archetipo influenza la vita emotiva. Le emozioni, invece, non possono influenzare gli archetipi.
Hai parlato di luce dell’archetipo. Ci spieghi cosa significa?
Per ogni archetipo ci sono 3 fasi:
- l’attivazione, perché l’archetipo può non essere attivo;
- l’ombra, ossia l’aspetto negativo di un archetipo, nel caso del Guerriero potrebbe essere l’eccessiva competitività;
- la luce, quando l’ombra viene riconosciuta e contrastata.
Esiste un test che possiamo utilizzare e condividere per consapevolizzare il proprio archetipo dominante?
Test ce ne sono moltissimi ma lasciano il tempo che trovano.
Gli archetipi, infatti, funzionano per esperienze e se dovessi darvi un consiglio su come rendere più consapevoli gli archetipi dentro di voi sarebbe sicuramente quello di frequentare un seminario o un corso, che è il modo migliore di “passarci dentro”.
Nei percorsi di Mental Coaching che svolgi con University Coaching avrai a che fare con molti potenziali Mental Coach che stanno affrontando un proprio viaggio dell’Eroe. Quanti archetipi utilizza il nostro inconscio durante una giornata di formazione o prestazione sportiva?
L’eroe è il risultato dei 12 archetipi, si diventa eroi nel momento in cui i 12 archetipi sono attivi.
I percorsi di formazione quando sono ben fatti ti portano a uscire dalla zona di comfort e questo vale anche per la prestazione sportiva.
Dipende dalla situazione quali archetipi utilizzare. Per esempio, ci può essere una situazione che necessita di accudimento, e allora intervengo con l’Angelo Custode o una situazione in cui bisogna lasciare andare, e allora intervengo con il Distruttore.
So che sei stata un’atleta professionista di tennis e ora sei portatrice di una filosofia innovativa, quella dello Sport Olistico. Ci spieghi di cosa si tratta?
Il lavoro fatto su me stessa in ambito mentale mi ha portato a conoscere le discipline bio naturali, come la meditazione, il reiki, la suonoterapia, la floriterapia. Discipline di guarigione naturale che abbiamo associato alla parte sportiva. Ai nostri atleti diamo un servizio a 360 gradi in modo che l’atleta stesso possa in modo naturale armonizzare se stesso e trovare un equilibrio.
Il Tennis o Sport Olistico è l’unione delle discipline bio naturali con la parte più tecnica, tattica e fisica. All’interno del campo da gioco abbiamo un metodo meno sbilanciato verso la tecnica e più orientato verso le esperienze.
Mi ha colpito sin dal primo momento che ci siamo conosciuti nel 2018 il progetto di portare il Coaching all’interno della educazione scolastica. In che modo lo state facendo oggi e a che punto è la consapevolezza delle istituzioni in Italia?
Lavoriamo in partnership con istituzioni scolastiche sia nazionali che internazionali e partiamo addirittura dalle scuole dell’infanzia.
L’Università è l’ambito più interessante perché è la fase in cui la persona si trova alla fine del percorso di formazione scolastico classico e all’inizio del cammino lavorativo. Riteniamo che in questa fase il Coaching sia una bussola importantissima. Su questi temi riscontriamo sempre più consapevolezza da parte delle istituzioni, la difficoltà nel portare avanti i progetti è legata alla presenza di eccessiva burocrazia.
La University Coaching è una realtà consolidata di altissimo livello. Qual è l’aspetto che ti rende più orgogliosa?
La cosa che mi rende più orgogliosa è la passione che io e Alberto BIffi, il Cofondatore, mettiamo nel progetto. Il nostro non è un linguaggio marketing ma è un linguaggio culturale, ad esempio offriamo gratuitamente oltre 150 articoli dedicati al Coaching con l’obiettivo di divulgazione culturale senza chiedere login e senza annunci pubblicitari.
Ho appreso dalla nostra chiacchierata il tuo metodo innovativo nel panorama nazionale ed internazionale chiamato Profiling Coaching. Ti va di condividere ai nostri lettori le potenzialità del percorso?
Il Profiling Coaching nasce dal mio viaggio personale, ho integrato tutto quello che ritenevo utile e interessante della psicologia classica con gli strumenti del Coaching.
Il profiling ti aiuta a capire sempre di più chi sei e chi hai di fronte. La profilazione la conosciamo soltanto in ambito criminale, mentre è utilissima per aiutare persone normali ad attivare i propri talenti e accedere a livelli superiori di coscienza.
Il corso di formazione per diventare Profiler Coach è accessibile a tutti?
Proponiamo seminari monotematici a cui possono accedere tutti e abbiamo il percorso più lungo e articolato per chi vuole diventare Profiler Coach. Potranno certificarsi Profiler Coach coloro che hanno completato il corso per diventare Mental Coach Professionisti con la Coaching University e che avranno completato il percorso in Profiling di 10 seminari totali.
E’ il momento del consiglio pratico….
Il mio consiglio pratico è di cercare di avere una vita che ci porti sempre a rispondere affermativamente a questa domanda: “Nella mia vita c’è equilibrio?” Spesso infatti abbiamo delle tendenze che ci spingono prepotentemente verso un solo ambito, per esempio c’è la persona mentale che passa troppo tempo sui libri o la persona molto sportiva che passa troppo tempo in palestra. Noi siamo fatti di tante stanze e abbiamo bisogno di tante esperienze diverse.
Proponi ai nostri lettori un “film coaching”. Quale è il messaggio che possiamo trarre dalla visione?
Il film che propongo ai lettori è una trilogia dal titolo “Divergent, Insurgent e Allegiant”.
Parla di un futuro distopico ed è molto interessante perché nelle storie dei protagonisti vediamo rappresentato il viaggio dell’eroe.
Proponi una lettura ai nostri lettori. Qual è il messaggio che possiamo trarre dalla lettura?
Le letture che consiglio sono due: il libro “Risvegliare l’eroe dentro di noi” di Carol S. Pearson per chi vuole approfondire quanto abbiamo detto sugli archetipi e il mio libro “L’atleta Zen”, un viaggio personale con atleti adolescenti che va a stimolare il nostro viaggio dell’eroe.
Grazie Amanda per tutti gli spunti e i consigli che ci hai dato, sono tematiche molto affascinanti e potenti e sono sicuro che i lettori di CoachInAction sapranno fare buon uso di quanto hai condiviso.
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