Inaugura il 24 maggio negli spazi del flagship store Bonaldo a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, la mostra Il gusto del design italiano a cura di Elisabetta Pisu che racconta l’evoluzione del design italiano nel campo della cucina, attraverso gli oggetti disegnati dai grandi maestri del progetto.
53 opere esplorano il legame fra il design made in Italy e la cultura della tavola, attraverso un percorso storico che va dagli anni Trenta ai nostri giorni, passando per alcune fra le firme, i brand e gli oggetti più rappresentativi.
Con questa mostra, rileva l’Ambasciatore d’Italia a Tashkent Agostino Pinna “Completiamo in Uzbekistan un’ideale trilogia del design dopo la mostra ‘Italia Geniale’ dello scorso inverno e l’Italian Design Day di marzo con la partecipazione dell’ADI Museum Compasso d’Oro di Milano, ciclo di rassegne che abbiamo ideato riconoscendo la crescente maturità del mercato uzbeko verso i prodotti italiani”.
In Il gusto del design italiano si trovano esposti pezzi iconici, che hanno fatto la storia della preparazione e della presentazione del cibo e continuano a essere indissolubilmente legati all’immaginario collettivo del rito della tavola, si accompagnano ad altri che segnano un’evoluzione dal punto di vista tecnologico oltre che del percepito sociale, portando ai visitatori una selezione di realizzazioni che fa luce non solo sulle soluzioni innovative ma, soprattutto, sul design come disciplina rappresentativa di un’epoca, di un mutamento di abitudini, di valori e di attribuzione di significato.
Si comprende come questa evoluzione veda negli anni ’90 il design italiano al centro di una rivisitazione dei piccoli elettrodomestici, come macchine per espresso, toaster e frullatori, imponendo sulla scena della cucina nostrana oggetti originariamente provenienti da altre culture, come il bollitore.
Dai piccoli accessori per la mise en place agli strumenti professionali per la preparazione, ogni pezzo esposto nella mostra riflette la maestria e il senso formale distintivo del design italiano, che mette insieme funzionalità ed estetica, innovazione tecnologica e bellezza.
Dall’iconica spremiagrumi Juicy Salif di Philippe Starck per Alessi del 1990 alla grattugia dalle linee sinuose Forma di Zaha Hadid per Alessi del 2021, dal set per condimenti 5070 di Ettore Sottsass ancora per Alessi del 1972, un’“architettura da tavola” simbolo del design italiano del XX secolo, al Toast di Gae Aulenti per Trabo del 1997, fino al Matarél di Matteo Ragni in vetro trasparente borosilicato del 2017, passando per le posate Conca di Gio Ponti prodotte da Sambonet a partire dal 1955.
Parallelamente all’esposizione di oggetti Il gusto del design italiano presenta anche un excursus sulla storia e sull’evoluzione dell’ambiente cucina in Italia, a partire da prototipi-simbolo, come la Domus Nova di Gio Ponti ed Emilio Lancia degli anni Trenta sino ai progetti esposti alla mostra Italy: The New Domestic Landscape al MoMA di New York nel 1972.
“I processi che riguardano la preparazione, il servire e il conservare il cibo – spiega la curatrice Elisabetta Pisu – sono sempre stati al centro della cultura italiana sin dal tempo dell’antica Roma, così come la ricerca tra funzionalità e stile. Questo ha fatto sì che artigiani e, in epoca più recente, designer e architetti abbiano dato vita a oggetti raffinati e tecnologici, mai creati prima, diventati pezzi iconici riconosciuti in tutto il mondo ed entrati a far parte della storia del design italiano.”
Elisabetta Pisu, curatrice
Elisabetta Pisu è una curatrice di design con una formazione in sociologia e in management culturale. Il suo ambito di ricerca è il design contemporaneo in relazione ai processi produttivi, alle valenze sociali e all’evoluzione dei nuovi linguaggi espressivi. Oggetti, ambienti e architetture sono al centro dei suoi interessi di studio, protesi a indagare il ruolo mutevole del design nella società contemporanea. Nel 2016 fonda EP studio che si occupa di ideazione, organizzazione e curatela di mostre internazionali di design con particolare attenzione alla diffusione e promozione del made in Italy. Ha collaborato con importanti istituzioni culturali e curato mostre in prestigiosi musei, tra i quali: Istituto italiano di cultura di Copenaghen, Istituto italiano di cultura di Abu Dhabi, Craft + Design Centre a Canberra (Australia), Design Museum Gent (Belgio), Cube Design Museum (Olanda), Design Museum Holon (Israele), Museum of Craft and Design (San Francisco, USA), MODA – Museum of Design Atlanta (Atlanta, USA), L. A. Mayer Museum for Islamic Art (Israele), COD – Center for Openness and Dialogue (Albania).