Si apre con una poesia trasposta in musica l’ultimo spettacolo portato in scena da Angela Ricci, SUD, un personale omaggio della regista napoletana all’affascinante figura archetipica di Pulcinella, leggendaria maschera della Commedia dell’Arte che ha attraversato secoli e tradizioni per arrivare alla Napoli dei nostri giorni.
Dopo il Teatrocittà, infatti, è stata la volta del teatro Tordinona ad ospitare uno dei successi teatrali di Angela Ricci, regista, attrice e poetessa capace di incantare il pubblico romano con le sue opere che serbano, come un gioiello prezioso, attualità, filosofia, esoterismo e mitologia.
“Non è facile descrivere il personaggio di Pulcinella: ha subìto tante trasformazioni durante le epoche. E anche per questo è una delle maschere più affascinanti, perché racchiude ancora quella parte misterica capace di arrivare alle nostre coscienze inconsapevolmente…”
Angela Ricci
SUD ha incantato gli spettatori del teatro Tordinona il 25 e 26 maggio scorsi (seguendo di pochi giorni un altro testo di Angela Ricci portato in scena al Teatrocittà: Elettra Racconta), fondendo il seducente spazio scenico e la gremita sala in un’unica fiabesca oscurità, quasi a lasciar presagire, sin dalle prime luci della ribalta, la magica immersione dello spettatore nella rappresentazione.
L’apertura scenica è affidata alla sapiente chitarra del compositore e musicista Giancarlo Paccapelo, perfetto controcanto della suadente voce del soprano lirico-leggero Ilde Consales, esibitasi in “Terre del Sud”, poesia scritta dalla stessa Ricci e musicata da Paccapelo per l’occasione.
A dare fisicità e carisma al personaggio di Pulcinella invece, con la sua celebre maschera nera e l’abito bianco, è Gerardo La Barbera, magnetico attore dotato di elegante presenza, potente mimica e tonalità vocale, con il quale la regista – nella sua doppia veste anche di attrice – dialoga sul palco, nei panni di alter ego (Pulcinella 2) e coscienza di Pulcinella.
Ad impreziosire la scena con una verace interpretazione arriva la florida cantattrice Diana Ricci, volto di Cicerenella e protagonista immancabile in questo genere di spettacoli: insieme a Ilde Consales, dà emozione e colore agli stacchi musicali, che riempiono essi stessi la scena narrando alcuni accadimenti della vicenda in un coinvolgente dialetto napoletano.
Pulcinella, tra mito e commedia
“Non sono un’esperta, ma affascinata da sempre da questa maschera ho intrapreso delle ricerche che negli anni mi hanno portato alla conoscenza che ho oggi: una base storico-filosofica ed esoterica che mi ha guidato nella scrittura e ideazione di questo testo teatrale, che rende omaggio alla figura di Pulcinella, alla città di Napoli e ai miei avi” ci ha confidato la Ricci.
Forse la maschera più affascinante e conosciuta della Commedia dell’Arte italiana, in realtà Pulcinella è una figura nata nella lontana Grecia ellenistica (circa IV sec. a.C.), passata contemporaneamente alla civiltà etrusca (di cui abbiamo testimonianza nella Necropoli di Tarquinia con la figura del Phersu), poi al Medioevo, al Rinascimento e infine all’epoca moderna, cambiando “pelle” continuamente: dalla tragedia alla commedia, da personaggio esoterico e mistico, è diventato il simbolo del furbo per antomasia, nonché emblema del popolano nella Napoli moderna.
Figura che si presta pertanto a molte interpretazioni simboliche e culturali, la maschera di Pulcinella è stata sin dai primordi associata alla “pelle di capra”, richiamandone l’aspetto arcaico e rituale (pensiamo ai sacrifici e alle cerimonie religiose). Anticamente, il suo ruolo era assimilabile a quello dello psicopompo, ovvero colui che guida le anime dei defunti nell’aldilà. Nella mitologia greca, anche Hermes era uno psicopompo, così come Anubi nell’antico Egitto.
Ma non solo, perché nel contesto esoterico lo psicopompo non si limita a guidare i defunti, ma può anche assistere i viventi in viaggi spirituali o iniziatici, facilitando il loro passaggio a stati di consapevolezza superiore o a nuove fasi di esistenza. Ed è proprio questa peculiarità che risulta evidente nel Pulcinella di Angela Ricci, che ha sfruttato lo stratagemma dell’alter ego Pulcinella 2 per destare il vero Pulcinella dal “sonno della ragione che genera mostri”, sonno dal quale il pittore Francisco Goya ci ha messo in guardia.
Unendo questi concetti, possiamo immaginare Pulcinella come una figura simbolica, un archetipo che, vestendo la pelle di capra, assume il ruolo di una guida esoterica o spirituale. Accompagna il “miste” – colui che partecipa ai misteri, ovvero i riti di iniziazione nella Grecia antica – in un viaggio simbolico e trasformativo. Questo viaggio esoterico potrebbe rappresentare un percorso di scoperta interiore, di trasformazione personale o di illuminazione spirituale.
Anche il vestito-maschera di Pulcinella richiama il regno dei morti, proprio perché lui è un tramite tra il piano medio (la terra) e il mondo ultraterreno. Nel suo ruolo di accompagnatore, può essere avvicinato alla figura del dio Mercurio. Ma quando il suo personaggio viene assimilato alla Commedia, assume un taglio popolano e la parte misterica viene occultata, la sua valenza esoterica popolarizzata e volgarizzata, tanto che ben pochi oggi conoscono le innumerevoli sfaccettature del complesso personaggio di Pulcinella.
Pulcinella, simbolo di Napoli
Nel corso dei secoli, Pulcinella diventa l’emblema della lotta napoletana contro le difficoltà della vita quotidiana. Questa maschera incarnava la resistenza e la determinazione di un intero popolo. Col passare del tempo Pulcinella è divenuta un’icona, e la sua figura adottata come simbolo della città di Napoli (dove è conosciuto come Pulecenella).
Veniamo adesso ai protagonisti di SUD, Angela Ricci e Gerardo La Barbera, ai quali abbiamo avuto l’occasione di porre qualche domanda sullo spettacolo
A tu per tu con Angela Ricci
Quale è stato il motore che ti ha fatto dire: “Voglio portare in scena il mito di Pulcinella”?
“Il mito di Pulcinella è un’allegoria, e come tale arriva direttamente alle nostre coscienze. Sin da ragazza ho sempre interpretato il suo personaggio, perché si dice che ogni napoletano abbia dentro di sé Pulcinella! Ne ero affascinata sin da piccola, e ho scelto di portarlo in scena insieme all’amico Gerardo La Barbera circa 4 anni fa…”
Quale messaggio ci porta il personaggio di Pulcinella oggi?
“Il mio Pulcinella è molto attuale, perché è un’allegoria dell’uomo moderno che si è addormentato di fronte alle brutture della vita. Ho utilizzato questa maschera per lanciare con lo spettacolo un monito, un messaggio: Pulcinella si è “addormentato” e la sua controparte, interpreta da me, cerca di svegliarlo per ricordargli che il mondo sta andando a rotoli. Pulcinella assume così una funzione salvifica, perché mette in guardia l’uomo che si è assuefatto, e che non si lascia più sorprendere. Dobbiamo destarci, tutti quanti, perché non ci fanno più paura le guerre, le cattiverie, le discriminazioni. Ci siamo assuefatti. L’essere umano ha bisogno invece, come nella nella Tavola di Cebete (discepolo di Socrate, il quale narra dello psicopompo che accompagna il miste nel suo viaggio esoterico, ndr.) di fare un percorso di purificazione per arrivare alla felicità, all’arte… che non è altro che l’arte della vita stessa.”
A chi dedichi questa opera teatrale?
“La dedico alle mie origini. Volevo realizzare un qualcosa che mi riportasse lì, come un atto di gratitudine ai miei antenati e alla tradizione. La tradizione porta ciò che c’è di buono nell’essere umano, e si modifica costantemente. E’ fondamentale comprendere il senso di quelle origini, per tramandare ciò che di buono esiste nell’essere umano.”
A tu per tu con Gerardo La Barbera
Raccontaci la tua versione di questo personaggio: cosa rappresenta per te e perché volevi interpretarlo sin da bambino
“Sin da piccolo assistevo a commedie coinvolgenti che catturavano la mia attenzione. Ogni personaggio aveva una storia da raccontare, e l’abilità dei burattinai trasformava semplici marionette in autentici protagonisti di racconti fantastici. Pulcinella mi stregava da piccolo così come adesso e interpretarlo sul palco mi dona un’emozione indescrivibile. Il sogno di bambino è diventato realtà! E per me, che non do mai nulla per scontato, vivere questo evento è stato come assistere ad una magia: un regalo che la vita mi ha voluto fare.”
Quanto è profondo il legame tra Pulcinella e Napoli?
“Il legame di Pulcinella con la tradizione partenopea è antico, tanto che nella zona di Napoli è stato coniato un detto legato al personaggio che si è poi diffuso anche al di fuori dei confini cittadini. Si tratta del cosiddetto “segreto di Pulcinella” e si riferisce a quelle informazioni che non dovrebbero essere a conoscenza di alcuno ma che, in realtà, sono di dominio pubblico. In senso lato l’espressione viene, talvolta, usata anche per sottolineare un’ovvietà. Il riferimento a Pulcinella è legato ad una delle caratteristiche del personaggio, il non saper tenere mai la bocca chiusa, specialmente quando si tratta di smascherare i potenti, svelando retroscena e informazioni scottanti.”
Angela Ricci ci ha raccontato che avete deciso insieme di portare in scena la storia di Pulcinella. Come è nato questo spettacolo con lei?
“Conosco Angela da diversi anni e quattro anni fa mi ha detto di aver scritto un testo per portare in scena Pulcinella. Fin da piccolo sognavo di interpretarlo quindi, senza pensarci due volte e senza nemmeno leggere il copione, ho detto “Voglio farlo con te!”
Poi la pandemia ed altri impegni teatrali successivi ci hanno fatto allungare un po’ i tempi, ma è rimasto comunque un progetto da realizzare. E appena è stato possibile, ci siamo dedicati a SUD”.
Il resto, potremmo dire per concludere questa appassionante doppia intervista, è già storia!
Angela Ricci sarà nuovamente in scena a Roma con la sua compagnia, il 30 giugno, con lo spettacolo “VISIONI. Donne Future” presso la SalAgnini di viale Adriatico.