L’anno 2024 porterà con sé una stretta significativa sui controlli delle criptovalute da parte della Guardia di Finanza, avverte Daniele Pescara in un recente video. Secondo Pescara, la legge di bilancio 2023 e la circolare dell’Agenzia delle Entrate del 20 ottobre 2023 stabiliscono nuove regole per il monitoraggio delle cripto attività, con sanzioni severe per chi non rispetta le normative. Ma cosa significa tutto ciò per gli italiani coinvolti nel trading e nei pagamenti con criptovalute?
aumento dei controlli sulle criptovalute
Nel 2024, la Guardia di Finanza intensificherà i controlli sugli italiani che detengono o effettuano transazioni in criptovalute. Non si tratta solo dei wallet e degli exchange italiani, ma anche di quelli esteri. L’obiettivo è chiaro: identificare e sanzionare chi non ha dichiarato le proprie cripto attività. Questo include anche chi ha utilizzato criptovalute per pagamenti o investimenti, ovunque essi siano stati effettuati.
Le criptovalute, una volta considerate una zona franca dalle regolamentazioni fiscali, sono ora nel mirino delle autorità. Una news che fa capire come le maglie si stiano stringendo viene proprio dalla Guardia di Finanza che, nel giugno 2024, ha arrestato un noto imprenditore italiano per evasione fiscale legata alle criptovalute sequestrandogli beni per un valore di oltre 5 milioni di euro. Le nuove misure di controllo hanno attirato l’attenzione dei media e sollevato domande sull’efficacia delle normative attuali e su come gli investitori possano conformarsi per evitare sanzioni simili. Un’altra rassegna stampa del 12 giugno 2023 riporta che un imprenditore di Torino è stato sanzionato per non aver dichiarato cripto attività per un valore di 3,3 milioni di euro. La Guardia di Finanza, grazie alla collaborazione con provider di pagamento e exchange, ha già iniziato a sequestrare beni e asset non dichiarati.
La legge di bilancio 2023 e la circolare dell’agenzia delle entrate
Facciamo il punto. La legge di bilancio 2023 ha introdotto nuove disposizioni per il monitoraggio delle criptovalute. La circolare n. 30 dell’Agenzia delle Entrate del 20 ottobre 2023 ha chiarito come saranno condotti questi controlli e quali sanzioni saranno applicate. Le nuove normative richiedono una maggiore trasparenza e la dichiarazione di tutte le cripto attività, con pene severe per chi non rispetta le regole.
L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza utilizzeranno dati forniti da exchange e provider di pagamento, molti dei quali sono obbligati a comunicare le informazioni sui clienti alle autorità italiane. Questo include anche exchange e provider fuori dalla Comunità Europea che collaborano con le normative europee e la Banca d’Italia.
Il ruolo degli exchange e dei provider di pagamento
Un aspetto cruciale del nuovo regime di controllo è la cooperazione tra le autorità italiane e gli exchange di criptovalute. 8 su 10 siti di exchange e provider di pagamento stanno già comunicando i nominativi dei loro clienti alla Guardia di Finanza. Questo significa che chiunque abbia effettuato transazioni in criptovalute potrebbe essere soggetto a controllo.
L’introduzione di queste misure ha già avuto effetti tangibili. Cosa fare allora? Adeguarsi ai nuovi regolamenti è la risposta, e guardare anche all’estero per trovare soluzioni caso per caso.
La soluzione? Dubai e altre giurisdizioni fuori dall’UE
Daniele Pescara, Presidente di Fenimprese Dubai e CEO della Daniele Pescara Consultancy, contattato da questa redazione, suggerisce una soluzione per chi vuole proteggere il proprio patrimonio in criptovalute: spostare le attività fuori dalla Comunità Europea, in paesi come Dubai. A Dubai, le criptovalute sono regolamentate dal Dubai Financial Services Authority (DFSA) e dal Virtual Assets Regulatory Authority (VARA), offrendo un ambiente più favorevole e sicuro per gli investitori in criptovalute.
Pescara consiglia di aprire conti correnti e wallet in queste giurisdizioni e di considerare l’acquisizione della residenza per beneficiare delle regolamentazioni locali. Secondo l’esperto, questo può offrire una maggiore protezione contro i sequestri e le sanzioni italiane.
Daniele, quali sono i principali rischi per gli italiani che non dichiarano le proprie criptovalute secondo le nuove normative?
Gli italiani che non dichiarano le proprie criptovalute secondo le nuove normative del 2023 affrontano rischi significativi. Prima di tutto, rischiano sanzioni finanziarie pesanti, che possono includere multe elevate e il sequestro dei beni. Ad esempio, nel giugno 2023, un imprenditore di Torino è stato colpito da sanzioni per 3,3 milioni di euro e i suoi beni sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza.
In secondo luogo, c’è un rischio elevato di azioni penali. La mancata dichiarazione delle criptovalute può essere considerata evasione fiscale, che in Italia è un reato penale. Ciò può portare a procedimenti giudiziari, condanne e, in casi estremi, pene detentive.
Inoltre, la collaborazione crescente tra exchange di criptovalute, provider di pagamento e autorità fiscali rende più difficile nascondere le cripto attività. Molti exchange e provider di pagamento stanno ora comunicando i dati dei clienti alla Guardia di Finanza, aumentando la probabilità di essere scoperti.
Infine, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza utilizzano tecnologie avanzate per tracciare le transazioni in criptovalute, rendendo quasi impossibile evitare i controlli. Gli investitori che cercano di eludere le normative rischiano di perdere non solo il loro capitale, ma anche la loro reputazione e libertà.
Come possono gli investitori italiani proteggere legalmente il proprio patrimonio in criptovalute spostandolo a Dubai?
Per proteggere legalmente il proprio patrimonio in criptovalute, consiglio di considerare diverse strategie, incluso il trasferimento a Dubai. Propongo Dubai perché, operando prevalentemente da lì, conosco bene le opportunità offerte dall’emirato. Come fare? Prima di tutto, è fondamentale acquisire la residenza a Dubai, vivendo negli Emirati Arabi Uniti per più di sei mesi all’anno. Questo permetterà di beneficiare delle regolamentazioni favorevoli del Dubai Financial Services Authority (DFSA) e del Virtual Assets Regulatory Authority (VARA).
Aprire conti correnti e wallet presso istituti finanziari locali a Dubai garantirà maggiore privacy e sicurezza per le proprie criptovalute. È anche importante affidarsi a consulenti esperti che possano fornire assistenza legale e fiscale, assicurando la conformità alle leggi locali e proteggendo il proprio patrimonio.
Oltre a Dubai, aiuto molti imprenditori ogni giorno a identificare altre giurisdizioni con regolamentazioni favorevoli per le criptovalute, offrendo soluzioni su misura per proteggere e gestire legalmente i loro investimenti. Questo approccio multifocale garantisce diverse opzioni per salvaguardare i propri asset in criptovalute, evitando rischi legali e fiscali in Italia.
Recentemente, Pescara ha rilasciato un suo video di approfondimento sull’argomento:
2024: punto di non ritorno
Il 2024 segna un cambiamento significativo nel modo in cui l’Italia tratta le criptovalute. Con l’intensificarsi dei controlli da parte della Guardia di Finanza e l’implementazione di nuove normative, è essenziale per chi detiene criptovalute essere consapevole dei propri obblighi fiscali. Le sanzioni per la non conformità possono essere severe, ma con le giuste informazioni e consulenze, è possibile navigare queste nuove sfide e proteggere il proprio patrimonio.
Secondo un rapporto di Chainalysis del 2023, l’Italia è uno dei principali mercati europei per le criptovalute, con transazioni annuali che superano i 20 miliardi di euro. Tuttavia, si stima che una parte significativa di queste attività non venga dichiarata al fisco, esponendo gli investitori a rischi legali e finanziari.
La cooperazione internazionale e la crescente attenzione delle autorità regolatorie stanno rendendo sempre più difficile nascondere attività in criptovalute. La Financial Action Task Force (FATF) ha recentemente pubblicato linee guida che richiedono una maggiore trasparenza e monitoraggio delle transazioni in criptovalute, con l’obiettivo di combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.