Il welfare aziendale sta diventando sempre più centrale nelle politiche aziendali in Italia, non solo come strumento di benessere per i dipendenti, ma anche come leva strategica per migliorare la competitività e l’efficienza delle imprese. Questo cambiamento è guidato da una combinazione di fattori: l’introduzione delle normative ESG (Environmental, Social, Governance), l’esigenza di attrarre e trattenere talenti e la stagnazione dei salari reali.
In questo contesto, la prima edizione dell’Osservatorio AmedeA ha fornito una panoramica dettagliata sullo stato del welfare aziendale in Italia, gettando luce sulle sfide e sulle opportunità future, soprattutto per le PMI.
L’Osservatorio AmedeA: tendenze e nuove opportunità
L’indagine dell’Osservatorio AmedeA, condotta in collaborazione con AIWA (Associazione Italiana Welfare Aziendale) e Secondo Welfare, ha coinvolto 230.000 lavoratori e 1.000 aziende di diverse dimensioni. I risultati hanno evidenziato come il welfare aziendale, sebbene ancora diffuso principalmente tra le grandi imprese, stia prendendo piede anche tra le PMI, soprattutto grazie ai benefici fiscali e alla necessità di migliorare il benessere dei dipendenti.
Secondo un’analisi del Corporate Welfare Lab della SDA Bocconi, le aziende che implementano piani welfare ben strutturati tendono a registrare un miglioramento delle performance in termini di produttività e engagement dei dipendenti. Questa tendenza diventa particolarmente rilevante in Italia, dove, secondo il Rapporto Inapp 2023, i salari reali sono cresciuti di appena l’1% negli ultimi 30 anni. Di conseguenza, le imprese stanno utilizzando il welfare aziendale come strumento per aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti senza incidere sui costi salariali diretti.
Il boom dei fringe benefit: tra immediatezza e fiscalità vantaggiosa
Una delle scoperte chiave dell’Osservatorio AmedeA riguarda la crescente popolarità dei fringe benefit, che rappresentano oltre il 54% del budget welfare utilizzato. I lavoratori stanno optando sempre di più per la conversione del loro budget welfare in voucher e buoni spesa, strumenti immediatamente spendibili per coprire spese quotidiane come bollette e alimentari.
Questa tendenza riflette sia la necessità di liquidità immediata, soprattutto in un contesto di inflazione e crisi energetica, sia i vantaggi fiscali che i fringe benefit offrono sia ai dipendenti che ai datori di lavoro. In particolare, i buoni pasto sono diventati uno degli strumenti più utilizzati, soprattutto in seguito all’aumento del limite deducibile previsto dalla legge di bilancio del 2019. Le aziende stanno sfruttando questi strumenti non solo per aumentare il benessere dei dipendenti, ma anche per ottimizzare i costi legati ai contributi previdenziali.
Welfare aziendale e PMI: un mercato in espansione
Se le grandi aziende sono state pioniere nell’adozione del welfare aziendale, le PMI stanno iniziando a vedere nel welfare una soluzione efficace per affrontare la sfida dell’attrazione e trattenimento dei talenti. Tuttavia, la diffusione del welfare tra le PMI rimane limitata dalla complessità normativa e dalla mancanza di risorse dedicate alla gestione di questi piani.
L’Osservatorio AmedeA ha rilevato che circa il 30% delle aziende di medie dimensioni ha implementato piani welfare, con un trend in crescita grazie anche all’introduzione dei criteri ESG, che spingono le aziende verso pratiche più sostenibili. Questa normativa europea, infatti, richiede alle imprese di dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale, e il welfare aziendale si sta rivelando uno degli strumenti più efficaci per raggiungere tali obiettivi.
Il futuro del welfare: personalizzazione e sostenibilità
Guardando al futuro, l’Osservatorio AmedeA ha individuato tre sfide principali per il welfare aziendale. La prima riguarda la conciliazione tra vita lavorativa e privata, un tema che è diventato sempre più importante, soprattutto in seguito alla pandemia. Le aziende che riusciranno a offrire soluzioni di welfare flessibili e personalizzate saranno in grado di attrarre i talenti migliori e migliorare il loro livello di retention.
La seconda sfida è legata alla sostenibilità. Con l’introduzione dei criteri ESG, le imprese saranno chiamate a rendicontare non solo i loro impatti ambientali, ma anche quelli sociali. Il welfare aziendale può giocare un ruolo chiave in questo contesto, ma solo se le iniziative saranno progettate in modo strategico e allineate agli obiettivi di sostenibilità dell’azienda.
Infine, la terza sfida riguarda la personalizzazione. L’integrazione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, potrebbe consentire alle aziende di sviluppare soluzioni welfare su misura per i singoli dipendenti, migliorando così l’efficacia e l’efficienza di questi programmi. Le piattaforme digitali, che già oggi facilitano la gestione dei piani welfare, saranno sempre più cruciali per offrire soluzioni flessibili e personalizzate.
Il ruolo del governo
Un ulteriore impulso al welfare aziendale potrebbe arrivare dalle nuove normative in discussione. Secondo Emmanuele Massagli, presidente di AIWA, alcune delle proposte al vaglio del governo potrebbero semplificare l’adozione di piani welfare, soprattutto per le PMI. Tra queste, la possibilità di cedere il credito welfare verso il Servizio Sanitario Nazionale o a colleghi in difficoltà, e incentivi per i dipendenti che rientrano dalla maternità o dalla paternità.
Questi sviluppi normativi potrebbero contribuire a rendere il welfare aziendale una componente sempre più importante del panorama economico italiano, soprattutto in un contesto di crescente attenzione verso il benessere dei lavoratori e la sostenibilità aziendale.
Il welfare aziendale si sta rivelando uno strumento strategico per migliorare la competitività delle imprese italiane. Le aziende che sapranno integrare il welfare nelle loro strategie di crescita e sostenibilità avranno un vantaggio competitivo significativo, soprattutto in un mercato del lavoro sempre più sfidante. Per le PMI, cogliere questa opportunità sarà cruciale per attrarre e trattenere i talenti e per garantire la sostenibilità a lungo termine delle loro operazioni.