Quando un’azienda italiana viene riconosciuta da Forbes tra i 100 Professionisti dell’anno, non si tratta soltanto di una notizia da celebrare: è un indicatore preciso di competenza verticale, reputazione internazionale e valore strategico.
È quello che è accaduto alla Daniele Pescara Consultancy, selezionata nella categoria AML & Compliance per il prestigioso riconoscimento Forbes Professionals 2025. Una scelta che premia anni di visione e una posizione consolidata come unica realtà italiana Master Partner del Sole 24 Ore sull’antiriciclaggio. Ma cosa c’è dietro questo riconoscimento? E perché oggi AML e Compliance sono diventati le nuove parole chiave della solidità internazionale?
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A guardarla da lontano, la compliance potrebbe sembrare un terreno tecnico, fatto di normative, sigle criptiche e adempimenti obbligatori. Ma se ci si avvicina, e si osserva l’attività di realtà come la Daniele Pescara Consultancy (DPC), ci si accorge che dietro queste sigle si muove un intero ecosistema di fiducia, credibilità, controllo e crescita sostenibile.
Il 10 aprile 2025, una delegazione della DPC è stata invitata a Milano, presso il Palazzo Duomo Space, per ricevere la targa ufficiale di inserimento tra i “Professionisti dell’Anno” secondo Forbes Italia. Un premio che arriva nella categoria AML & Compliance, ambito tanto strategico quanto spesso sottovalutato nel panorama della consulenza. E invece è proprio qui che si gioca oggi una delle partite decisive per la competitività internazionale delle imprese.
In un mondo sempre più regolato e interconnesso, non essere compliant significa spesso non poter fare business. Per le aziende che operano a livello globale, soprattutto tra Europa e Emirati Arabi Uniti, il rischio di sanzioni, blocchi operativi o danni reputazionali è costantemente dietro l’angolo. Ed è proprio qui che la consulenza DPC entra in campo.
Fondata su una solida esperienza internazionale, DPC ha saputo costruire un sistema di supporto consulenziale integrato, capace di guidare imprese, studi e professionisti nella gestione dell’antiriciclaggio, nel rispetto delle normative locali e internazionali, con una capacità di adattamento rapida e customizzata. Il fatto di essere riconosciuti da Forbes come un punto di riferimento in questo ambito, e di aver siglato una partnership esclusiva con Il Sole 24 Ore, conferma l’autorevolezza di questa visione.
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C’è poi un secondo aspetto, tutt’altro che secondario: la DPC non è solo una “consulenza”. È un nodo culturale, un centro di trasferimento di competenze. Con pubblicazioni, interventi formativi, e una posizione di ascolto continua, Daniele Pescara ha fatto della cultura della compliance una missione. “La nostra idea è semplice: rendere l’adeguamento normativo un vantaggio competitivo, non un peso burocratico”, ha dichiarato in più occasioni.
Oggi, in un’epoca in cui la trasparenza è diventata la valuta di scambio più potente, sapere che esiste una realtà italiana in grado di guidare imprese e professionisti dentro il labirinto della compliance con autorevolezza internazionale, è qualcosa da non sottovalutare. La selezione Forbes è solo l’ultimo capitolo di una storia che racconta come il valore possa nascere proprio nel cuore delle regole.
🔹 AML tra Europa e Medio Oriente: una sfida multilivello
Nel contesto internazionale odierno, le normative AML (Anti-Money Laundering) sono diventate la spina dorsale della credibilità finanziaria. In Europa, la serie di direttive comunitarie – arrivate ormai alla sesta AMLD – impone obblighi stringenti non solo alle banche, ma a una vasta gamma di soggetti obbligati, dai commercialisti alle agenzie immobiliari.
Nel frattempo, anche paesi come gli Emirati Arabi Uniti, da tempo sotto osservazione del GAFI (Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale, ovvero il Financial Action Task Force), stanno compiendo enormi sforzi per adeguarsi agli standard internazionali, imponendo agli operatori stranieri l’adozione di sistemi di due diligence e risk assessment allineati a quelli europei.
In questo scenario, il valore di una consulenza come quella offerta da DPC sta nel ponte operativo e culturale che riesce a costruire tra le due sponde del business globale: da una parte l’affidabilità normativa italiana ed europea, dall’altra la velocità e la fluidità del mondo UAE.
È proprio questa capacità di traduzione e adattamento tra sistemi che ha attirato l’attenzione di Forbes.
“Daniele Pescara Consultancy si distingue a livello internazionale per l’approccio verticale e sartoriale in materia di AML & Compliance. Punto di riferimento per le imprese italiane che desiderano espandersi all’estero, è oggi Master Partner de Il Sole 24 Ore, unica realtà consulenziale ad aver ottenuto questa certificazione.”
(Forbes Professionals 2025)
🔹 La regola non basta: il metodo che fa la differenza
Ci sono professioni in cui la precisione è tutto. Poi ci sono contesti in cui la precisione è il punto di partenza, ma non basta. Quando parliamo di antiriciclaggio e compliance, non siamo più nel dominio dell’adempimento passivo, ma in quello della strategia attiva.
La Daniele Pescara Consultancy (DPC) ha trasformato un obbligo normativo in un vantaggio competitivo.

Non è solo questione di saper compilare un modulo o predisporre un KYC. Il vero nodo è comprendere come la struttura normativa si interseca con i processi aziendali, come la gestione del rischio può diventare parte integrante della cultura d’impresa. Ed è qui che il metodo DPC mostra la sua efficacia: una consulenza “tailor-made” che parte dalla struttura e arriva al comportamento, trasformando gli obblighi in leve di affidabilità sul mercato internazionale.
Nel concreto, questo si traduce in:
- Analisi personalizzata del rischio (Risk-Based Approach)
- Implementazione di presìdi interni e procedure conformi
- Formazione del personale e dei manager su base operativa
- Monitoraggio costante dell’evoluzione normativa nei diversi ordinamenti
- Assistenza nei rapporti con gli organismi di vigilanza
Come spiega lo stesso Daniele Pescara in un recente incontro con Forbes:
“Abbiamo scelto un modello di consulenza a lungo termine, non solo per chi desidera aprire una società a Dubai, ma per tutte le imprese che vogliono rimanere a norma in un ecosistema sempre più attento alla trasparenza e alla tracciabilità.”
🧭 La regola invisibile che divide chi resta da chi scala
Un caso concreto? Una PMI italiana nel settore del luxury retail che, dopo aver aperto una sede commerciale a Dubai, si è trovata oggetto di un audit da parte della Central Bank UAE. L’errore era minimo – una disattenzione formale nella registrazione delle transazioni – ma il rischio di sanzione era elevato. Grazie alla due diligence preventiva implementata da DPC, la società ha potuto fornire in tempo reale tutta la documentazione richiesta, evitando sanzioni e rafforzando il proprio posizionamento fiduciario presso i partner locali.
È così che la compliance si trasforma in asset reputazionale.
Una delle cose più curiose che accadono quando parli con i consulenti della Daniele Pescara Consultancy è che ti rendi conto di quanto poco sapevi — e di quanto pericoloso possa essere saperne poco. Non è questione di ignoranza, ma di prospettiva. Le aziende italiane spesso si affacciano ai mercati internazionali con il cuore pieno di ambizione, ma senza le scarpe giuste per attraversare le sabbie mobili delle normative globali.
L’AML — Antiriciclaggio, per chi preferisce i nomi per esteso — non è solo una serie di vincoli. È un radar. Se tarato bene, ti guida. Se ignorato, ti espone. La DPC non vende un servizio: offre una cultura operativa che previene il rischio e rafforza l’identità d’impresa.
Lo si capisce bene leggendo le motivazioni che hanno portato Forbes Italia a includerli tra i 100 Professionals dell’anno 2025:
La verità è che la parola conformità non farà mai battere il cuore quanto “innovazione” o “leadership”. Eppure è proprio lì, in quella zona grigia che pochi leggono e meno ancora comprendono, che si gioca la partita più importante per un’impresa che voglia durare. Non tanto quella di sopravvivere, ma di essere riconosciuta come solida, affidabile e, soprattutto, rispettabile.
Chi pensa che l’Anti Money Laundering sia solo un insieme di cavilli legali non ha ancora capito dove passa oggi il confine tra una crescita sostenibile e un’espulsione silenziosa dai mercati che contano. È come ignorare il linguaggio di chi ti guarda — pensando di poter dire tutto con i gesti.
Daniele Pescara Consultancy, selezionata tra i 100 Professionals dell’anno secondo Forbes, non ha conquistato il riconoscimento per il numero di contratti firmati o per il marketing aggressivo. Lo ha fatto portando nel cuore della consulenza una logica evolutiva: spostare il focus da difendersi a prepararsi.
In un passaggio dell’articolo di Forbes, si legge:
“Nel panorama della consulenza fiscale e legale internazionale, la DPC si distingue per la sua capacità di tradurre la normativa in strategia. Un partner per la crescita, non solo per la protezione.”
Non è poco. Significa educare imprenditori e professionisti italiani a pensare come player internazionali, senza rinunciare a nulla della propria identità, ma imparando a usarla come leva — non come scusa.
Ecco, il punto è proprio questo. L’AML non è un vincolo, è una grammatica per potersi esprimere nei contesti globali. La DPC ha compreso che il vero potere non sta nel muoversi velocemente, ma nel muoversi in modo impeccabile. E oggi, questo, fa tutta la differenza. Siamo stati abituati a pensare alla consulenza come a un paracadute, qualcosa da aprire in caso di turbolenza. Ma è anche, e soprattutto, una questione di metodo: prevenzione, educazione, padronanza. In un mercato dove molti si limitano a reagire, chi sa anticipare si prende il vantaggio competitivo più raro e duraturo: la fiducia.